È ora di completare la Ciclovia del Lago Trasimeno“, così ho voluto intitolare questo articolo. Questa infrastruttura, nata nel lontano 1998 (avevo 9 anni e ora ne ho 35), ha tutto il potenziale per diventare un fiore all’occhiello del cicloturismo in Italia e in Europa. Puoi approfondire la tematica nel mio articolo precedente: [Clicca qui per leggerlo].
Situata nel cuore dell’Umbria, precisamente sul Lago Trasimeno, la Ciclovia del Trasimeno ha una percorrenza di circa 60 km ed è perfetta per tutti, dai bambini agli adulti. Lavorando ogni giorno nel settore del cicloturismo sul Lago Trasimeno, noto che molte persone, specialmente le famiglie con bambini, temono di completare l’intero anello della Ciclovia del Trasimeno a causa di due tratti non ancora completati:
- La Frusta (zona Sant’Arcangelo): un tratto di circa 500 metri che obbliga a immettersi sulla strada provinciale in una curva, dove camion, auto e moto passano a velocità elevate.
- La Romea tra Panicale e Castiglione del Lago: un tratto di circa 2 km che collega i comuni di Panicale e Castiglione del Lago. Questo rettilineo permette ai veicoli di mantenere velocità elevate, creando un rischio per i ciclisti.
Noi operatori del settore, insieme a molte altre realtà locali, chiediamo che questa infrastruttura venga completata, per garantire la sicurezza e la tranquillità delle famiglie e dei turisti.
I video promozionali che ritraggono la Ciclovia del Trasimeno sono affascinanti, ma la realtà è diversa. Dai dati raccolti sui noleggi di biciclette a Sant’Arcangelo, risulta che 4 famiglie su 10 preferiscono pedalare per sole due ore su tratti sicuri, piuttosto che completare l’intero anello della ciclovia. Questo è un vero peccato, soprattutto perché collaborando con il Glamping Trasimeno Resort, che si rivolge principalmente a famiglie, si perdono esperienze preziose in località come Passignano, Castiglione del Lago, Tuoro e San Feliciano.
Il cicloturismo è, e sarà sempre di più, il pilastro delle vacanze del futuro. Le infrastrutture devono essere non solo belle, ma anche funzionali, sicure e complete. Le mezze misure non sono più sufficienti.
Insieme a operatori locali, associazioni cicloturistiche (Lake Bike, Trasimeno Bike, Future Bike, ecc.) e alcune istituzioni, stiamo facendo fronte comune. Ma servono fatti, non più parole. Vi assicuriamo che non ci arrenderemo: questo territorio ha un futuro da scrivere, un futuro fatto di turismo lento e sostenibile, in grado di competere con le destinazioni cicloturistiche più sviluppate d’Italia. Questo porterà lavoro e benessere a tanti, offrendo al contempo un’esperienza ciclistica piacevole e sicura per tutti i visitatori.
Con affetto,
Michele